Il Rione - Rione Jo Moro

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Il Rione

Storia del rione

Gli avvenimenti che andrete a leggere, non sono certamente molto dissimili da quelli degli altri rioni. Essi rappresentano, tuttavia, la memoria storica delle nostre idee e del loro sviluppo. Una trama che s’intreccia nel più ampio tessuto sociale del nostro territorio per lo sviluppo del patrimonio culturale da salvaguardare e da sviluppare ulteriormente.

Nel Luglio del ’93 il Comune presenta, con un documento ufficiale, un progetto ideato dall’assessore alla cultura Quirino Briganti in cui si comunicava la volontà di realizzare Il Primo Pallio della Carriera.
“ Il Pallio della Carriera era - un’antica competizione, legata alla festa patronale di S. Agostino . la divisione del paese nei rispettivi rioni Dammonte e Dabballe e rappresentava la più appassionata delle gare popolari... il cui premio era il Pallio".
I colori e gli stemmi dei rioni erano stati estrapolati dagli affreschi seicenteschi del chiostro di S. Pietro, commissionati dalle famiglie gentilizie dell’epoca.
 La collocazione temporale della rievocazione storica è individuata in uno dei periodi di maggior splendore: il bello stato di Donna Olimpia  Aldobrandini che ha governato in un periodo di tempo ricco di documentazioni scritte e pittoriche da cui era “ possibile ispirarsi per gli abiti, le acconciature, le sceneggiature”.

Il documento è sottoposto all’attenzione dei rioni che s’identificavano, in quel periodo, nei comitati di quartiere che erano soliti allestire, nelle serate estive, momenti d’intrattenimento.
Per il rione Jo Moro, Giancarlo Panetti, presidente del Gruppo Ippico, andò da Maria Macali detta la Mora, capogruppo del comitato Jo Moro per chiederle di rappresentare e organizzare il rione all’interno del Pallio.
Maria dopo aver letto il comunicato, si soffermò a riflettere sul passaggio de “... la gestione del Pallio della Carriera spetterà al Comune di Carpineto Romano e a un Comitato per il Pallio composto dai sette rappresentanti dei rioni, dal presidente del Gruppo Ippico, da uno storico (il Prof. Italo Campagna) e da un rappresentante del Comune (l’Assessore alla Cultura.) Ogni rione dovrà presentare formalmente per lettera la comunicazione dell’avvenuta elezione del rappresentante... In futuro sarebbe auspicabile rendere sempre più sfarzoso il corteo con una ricerca storica seria sui costumi, completare le manifestazioni con mostre di prodotti artigianali, spettacoli folkloristici, creazioni di osterie tipiche con gastronomia su antiche ricette ecc... ” e ritenne opportuno passare il “testimone” a qualche residente del rione con più esperienza della sua.
Si recò, in compagnia di un’altra rappresentante del comitato, da Giacomo Benedetti, ben noto per il suo continuo impegno socio- politico-culturale e che aveva promosso e gestito in un passato recente manifestazioni di rilievo tra le quali le gare equestri all’anello.
Maria gli chiese inoltre suggerimenti per la realizzazione dei costumi. Giacomo indicò la moglie Angela Macali Carella, come persona adatta per la sua esperienza personale derivata anche dall’aver seguito un corso completo di taglio e cucito.
Pur se il documento indicava di confezionare tuniche semplici da realizzare con la fodera, come tipologia di tessuto economicamente più accessibile, si doveva comunque prevedere una spesa.
Giacomo cominciò subito a operare e dettò le prime indicazioni: formazione di un comitato rionale e attribuzione di incarichi specifici ad ogni membro.
Il primo comitato fu così formato:

- Maria Macali, sensibilizzare i contradaioli con la raccolta dei fondi per la manifestazione
- Riccardo De Angelis, cassiere
- Bruno Cappuccio, segretario e delega addobbi
-Bruno Campanello, organizzazione
-Ercole campanello, supporto alle varie
-Fernando Giuliani, collaboratore
-Angela Macali, coordinatrice sartoriale

Si era giunto intanto nel mese di Agosto. Si avvicinava la 1° festa rionale e i tempi, per un opportuno coinvolgimento del rione, si stavano riducendo.
Giacomo decise allora di promuovere un’assemblea pubblica in via Lorenzo La Porta. Fece chiamare tutti i contradaioli; spiegò loro la necessità della collaborazione di tutti e mostrò il rendiconto della raccolta  fondi e delle spese sostenute fino a quel momento.
L’assemblea portò i suoi frutti. Dal giorno dopo molte persone si aggiunsero ai promotori, tra questi Ottorino Saccucci che risiedeva a Roma e si trovava a Carpineto per trascorrere un mese di ferie, passate poi tutte al rione. Di buon mattino si cominciò ad addobbare la contrada con nastri colorati. Intanto Bruno Cappuccio aveva dipinto lo stendardo con i colori del Moro e realizzato due striscioni che nella mattinata furono posti, con la collaborazione dei nuovi arrivati, uno a metà di via Alighieri, con la scritta “Rione Jo Moro”, l’altro sopra il fontanile con la scritta “Benvenuti aglio Rione Jo Moro”.



                            



Nel pomeriggio era stato fissato un nuovo appuntamento davanti al fontanile del Moro, ma purtroppo il gruppo si era molto assottigliato.
Con la caparbietà di Bruno Campanello, si decise di proseguire anche con poche persone. Si divisero in due gruppi: uno si pone in fondo a Casale e un altro a Piazza Domenico Stella. Ambedue sarebbero confluiti a S. Maria. Erano tutti intenti al lavoro quando giunsero alcuni ragazzi concitati ad avvisare che il rione S. Agostino aveva invaso Piazza Camaiti per porre le loro bandiere, anche se la piazza era stata assegnata al Moro. La reazione fu pronta; si spostarono tutti ai confini per difendere i relativi territori. Dai primi scontri verbali si stava passando pian piano alle vie di fatto per l’ostinazione di Ercole Campanello del Moro e Giuseppe Macali di S. Agostino. Intervennero alcune persone, tra cui il caporione del Moro, che invitò i contendenti a ragionare e trovare una saggia conclusione.  Ritornata finalmente la calma, concordarono di porre ambedue le bandiere alle due facciate contigue del palazzo e il cui spigolo avrebbe segnato il confine tra i due territori.   Piazza Camaiti, quindi, sarebbe rimasta al Moro.
In una riunione dei sette rioni, l’Ente Pallio aveva proposto di premiare il rione che avrebbe meglio addobbato la parte del proprio territorio designata per la sfilata storica.
Ogni rione s’impegnò al meglio per ottenere il premio.

Al Moro decise di preparare una trentina di bandiere, naturalmente con la fodera, da mettere sugli alberi di via Dante Alighieri. Chi avrebbe cucito le bandiere se le sarte erano impegnate alla confezione dei costumi? L'impegno lo prese Giuditta e Ottorino, rievocando anche i suoi trascorsi dia sarto. Si è potuto fare così l’addobbo del rione.

Arriva finalmente il giorno della 1° festa propiziatoria il rione è in gran fermento.
Nel garage di Fernando Giuliani, fin dal primo mattino, cominciano i preparativi per la minestra di pane da servire all’ora della cena.
Nel pomeriggio sul palco improvvisato dalla ditta De Angelis e posto sotto le logge del caseggiato, a lato del fontanile del Moro, Don Gianni Macali, parroco della contrada, celebra la Messa e termina la cerimonia con un motto ripetuto anche negli anni successivi ”Vinca il migliore, cioè il Moro”. Il caporione ringrazia tutti i presenti per l’affluenza e invita sul palco, oltre ai rappresentati dell’amministrazione comunale, il presidente del gruppo ippico e dell’Ente Pallio, anche Maria Macali, prima portavoce della manifestazione.
Consegna, secondo quanto deliberato dal comitato, un dono come segno di ringraziamento al fantino Natalino Centra, che con il cavallo Luna rappresenterà il rione il giorno del pallio. Rivolge al fantino un augurio per la vincita affermando che comunque vada a concludersi la gara sarà sempre considerato parte integrante del rione. Ringraziando infine tutti i contradaioli per la disponibilità nei confronti della manifestazione e di coloro che vi si erano impegnati un modo particolare, comunica le direttive del comitato riguardante la festa che proseguirà, di lì a poco. Sarà servita, in via Lorenzo La Porta, la cena per i contradaioli; un pasto frugale legato in parte alla nostra tradizione: minestra di pane, panini con affettati, acqua e vino a volontà. Dopo cena si accoglieranno tutti gli altri rioni per un intrattenimento danzante e saranno offerti dolci tipici.  
Numerosa l’affluenza per l’intrattenimento musicale si rimase a ballare fino a tarda sera degustando i dolci che le donne avevano fatto pervenire fin dal mattino. A mezzanotte ci fu anche la sorpresa dei fuochi d’artificio offerti da Ottorino Saccucci.  


                                             


  
                                  



“ La sera della vigilia della festa del patrono (27 Agosto ore 18) il rione segue il piccolo corteo formato dall’alfiere con il gonfalone, due porta bandiere, due tamburini, il caporione rappresentato da Maria Macali e infine il cavallo con il fantino, per confluire nella Cattedrale “Collegiata del Sacro Cuore” ove ha luogo la cerimonia di benedizione dei cavalieri e dei cavalli e l’offerta dei ceri da parte dei rioni al Santo Patrono".
Tra squilli di trombe e rullo dei tamburi nella piazza antistante alla cattedrale sarà data lettura del proclama che bandisce la gara del “Pallio della carriera” che si terrà il 29 Agosto.
Era tanto l’entusiasmo di quel momento che i contradaioli, specialmente il gruppo sartoriale, seguono il piccolo corteo ponendosi a brevissima distanza dal cavallo, come a volerlo sostenere e incoraggiare in vista della gara. Ma vuoi per il frastuono dei tamburi, vuoi per la fatica della salita di via Costanzo Ciano ... il cavallo deposita un …ricordino…  costringendo i contradaioli che lo seguivano a stare a debita distanza.

Il giorno del Pallio, le strade del rione, dove era stato previsto il percorso del corteo, erano state abbellite con pezzi di antiquariato e con le piante più belle portate dai contradaioli stessi.
Foto dell’addobbo del primo anno.

La gara, con l’autorizzazione del Sindaco Angelo Cacciotti, concessa in seguito alla richiesta del presidente del Gruppo Ippico Giancarlo Panetti ( Prot. N. 05477 del 11/ 8/ 1993) si svolge lungo Via  Giacomo Matteotti.
Una folla di spettatori si era assiepata all’interno dei cordoni. Sui balconi dei palazzi del corso si erano appollaiate tante di quelle persone che si poteva quasi temere per la sicurezza degli stessi.  Un gruppo di rionali, facendosi largo tra la folla raggiunge i giardini della scuola elementare in prossimità  del punto di arrivo, postazione ideale per seguire da vicino gli anelli validi.
La gara fu vinta dal fantino Andrea Stella abbinato al rione Jo Lago che vinse il primo arazzo dipinto dal maestro Orlando Gonnella.

     

                                                                     
   
       



Alla conclusione della festa si fece un bilancio consuntivo di cassa. Le spese sostenute furono superiori alle entrate. Per risanare il bilancio, i contradaioli ... che avevano lavorato con più assiduità, si tassarono con L. 20.000 ciascuno per risanare il bilancio.

Nella riunione di Ottobre, Giacomo, ringraziando tutti quelli che, a qualunque titolo avevano collaborato, evidenzia “ i lusinghieri successi ottenuti nella prima manifestazione, che facevano ben sperare per gli anni ad avvenire, grazie all’impegno di tutti quelli che avevano collaborato ”.

Propone momenti di aggregazione per il periodo natalizio e momenti di solidarietà facendo nascere così lo spirito del rione.
Venne allestito innanzi tutto il presepe a S. Maria, chiesa di riferimento del rione. A Natale, dopo la messa di mezzanotte, i contradaioli, prima di tornare nelle proprie case si ritrovarono nei locali della scuola materna, messi a disposizione delle suore sacramentine per un breve scambio di auguri.”. Ritrovarsi, qui tutti insieme – disse Giacomo dopo i ringraziamenti di rito – anche se per pochi minuti, in un momento di festa che si passa tutta in famiglia, è il segno che si comincia a condividere “ lo spirito di aggregazione che ci fa sentire parte di una famiglia più allargata, quale quella del nostro paese e ricostruire così la nostra identità culturale lepina.
La sera del 30 Dicembre sempre presso i locali della scuola materna, seduti alle mini sedie disposte attorno ai piccoli tavoli della scuola materna, ci s’incontra per intrattenimento musicale, inframmezzato da cinque tombolate realizzate grazie alla sottoscrizione di beneficienza di tutti i commercianti dei rioni ed alcuni extra rionali tra cui M. Assunta Stella, Maurizio Cassandra e il Sindaco stesso. A mezzanotte, con un gran falò, nella piazza del Moro, si diede l’addio all’anno  vecchio ed il benvenuto a quello nuovo.

La mattina del 6 Gennaio, la piazza del Moro si riempì di tanti bambini, accompagnati dai genitori che aspettavano l’arrivo della Befana che avrebbe consegnato loro i doni. L’iniziativa era stata estesa a tutti i rioni con una pubblica comunicazione. Impersonata da Giuditta, arriva la Befana che, come vuole la tradizione, anche se buona non è proprio una gran bellezza. I bambini rimangono sorpresi, stupiti e qualcuno spaventato. Tutti si rasserenano quando, chiamati uno per uno, ricevono i propri doni dalla Befana.  Nel pomeriggio i bambini furono intrattenuti con giochi vari sempre alla presenza della Befana, che estrasse alcuni doni di una sottoscrizione a premi.
 

Il Pallio si organizza per tempo

Partendo dall’esperienza positiva della prima edizione del pallio, il Comune preparò le linee d’indirizzo ed organizzative già dal mese di Dicembre ’93. Nel comunicato n 256 si fa riferimento ”a uno statuto riconosciuto con atto notarile ... di un “Ente Pallio della Carriera e comitati di quartiere- che - avrà la funzione di gestire il “ Pallio” insieme all’amministrazione comunale.
I Comitati rionali oltre ad un ruolo propulsivo nell’organizzazione del Pallio avranno anche la funzione di Comitato di quartiere. Tutti i comitati dei rioni storici dovranno essere rinnovati o riconfermati entro il 13.2.94. Le operazioni di rinnovo - dovevano essere precedute da –convocazioni con la massima pubblicità ... – anche attraverso -... l’installazione di bacheche di quartiere.  Nella stessa assemblea si eleggerà il Caporione ...con scrutinio palese o, se richiesto, a scrutinio segreto. ... Ai Comitati si rinnova l’invito affinché si caratterizzino nell’organizzazione ... con attività culturali ed aggregative di “puro volontariato” nello spirito più autentico di partecipazione democratica... Per garantire la massima trasparenza, i bilanci delle feste rionali propiziatorie dovranno essere comunicati al Comitato dei rioni storici, oltre che resi pubblici nel proprio rione.

Dal verbale dell’Assemblea del rione Jo Moro per il rinnovo delle cariche e del comitato direttivo:
Il giorno 3 Febbraio, nei locali della scuola parificata si svolge l’assemblea per eleggere:
a) il Presidente del rione Jo Moro;
b) il Comitato direttivo e relative cariche.
Viene eletto, per acclamazione, presidente dell’assemblea, il Sig. Bruno Cappuccio. Dopo la relazione introduttiva di Giacomo Benedetti, responsabile del comitato uscente, il presidente Cappuccio propone di eleggere direttamente nell’Assemblea il caporione e la responsabile della sartoria.  Approvata la proposta, è lo stesso presidente a suggerire Giacomo Benedetti come caporione e Angela Macali Carella, coordinatrice del laboratorio sartoriale. Viene quindi eletto il Comitato direttivo, di cui fanno parte coloro che si autocandidano, o che vengono candidati, anche se non presenti, purché abbiano dato la loro disponibilità. In deroga alla circolare che ne prevedeva al massimo quindici, il comitato direttivo è formato da trentuno membri.
L’assemblea ha ritenuto opportuno inserire un congruo numero di giovani nello stesso comitato che viene strutturato per settori.
Vengono quindi eletti i responsabili di settore e le cariche direttive, che compongono il comitato esecutivo:
Cassiere         - Riccardo De Angelis
Segretario      - Bruno Cappuccio
Addobbi         - Risi Giuseppe, Marco Calvano
Cucina            - Cacciotti Giuditta, Macali Maria
Sartoria           - Macali Carella Angela
Organizzativo  - Campanello Bruno, Centra Vincenzo, Campanello Ercole, Fernando Giuliani.

Nel mese di Maggio arrivano le direttive comunali per la manifestazione del II Pallio. C’erano da rinnovare tutti i costumi del corteo rionale e da confezionarne alcuni da inserire nel corteo centrale.  La fodera era da sostituire con velluto e broccato, tessuti adatti ai costumi d’epoca di riferimento da confezionare con la stessa tecnica del seicento. Anche le bandiere erano da rinnovare sostituendo le fodere con cotone pesante e con misure predeterminate. Orlando Gonnella, nominato ufficialmente dal Comune Direttore  Artistico dell’Ente Pallio, in seguito ad una ricerca storica mirata, preparò alcuni disegni da mettere a disposizione di tutti i rioni. Per indirizzare e coordinare le sartorie erano stati nominati ufficialmente dal Comune i costumisti Tiziana Mastromatteo e Riccardo Campagna.
 I costumi del corteo storico sarebbero stati affittati dal Comune, come il primo anno, dalle sartorie teatrali.
Il comitato decise di rinnovare, oltre alle bandiere, anche il gonfalone, la cui realizzazione fu affidata a Ottorino Saccucci, che fu promosso dal caporione direttore artistico del rione. Per aver le idee più chiare possibili relative prima di cominciare il lavoro, Ottorino si reca, in compagnia del caporione, nel chiostro di S. Pietro. Osservando attentamente gli affreschi, nota che nello stemma del Moro, sulla banderuola non vi è posizionata una croce, com’era stato indicato nel comunicato, bensì una stella. Lo stemma del gonfalone sarà rappresentato in questa nuova versione.
Nel mese di Luglio tutti i settori si ritrovarono, come l’anno precedente a lavorare a pieno ritmo.  
Ancora una volta Giuditta e Ottorino si offrirono di cucire le bandiere. Ma come metterle?  Occorrevano delle aste da fissare sui muri. Come realizzarle per avere la sicurezza della tenuta?   Sergio, un ingegnere mancato, ma un architetto per vocazione, disegna il supporto per il gonfalone. Luca Cappuccio e Paolo Gaviglia realizzano le aste di legno da fissare sui muri.
Un bel da fare, salire e scendere continuamente dalla lunga scala da elettricista prima per fermare le aste a una ragguardevole distanza da terra e in seguito per issarvi le bandiere.
Il presidente, eccetto nei momenti di rappresentanza con l’amministrazione comunale, era sempre presente tra i gruppi di lavoro. Una particolare attenzione la rivolgeva alla sartoria, consapevole che quell’anno la riuscita della manifestazione era dovuta in gran parte alla realizzazione della mole di costumi da confezionare. La preoccupazione per il tanto lavoro era aumentata dall’avere la necessità di cucire i vestiti con procedure diverse da quelli moderni.
 Si presentava nei luoghi di lavoro in tenuta estiva, pantaloncini corti, canottiera e... ogni tanto con gelati o bibite fresche, che offriva personalmente alle lavoranti. Si sedeva con loro e ascoltava pazientemente tutte le difficoltà che incontravano, le incoraggiava a superarle le rassicurava perché avevano l’appoggio incondizionato e l’elogio indiscusso del comitato per il loro lavoro che stavano facendo.
Come quando ci si reca dal medico di base preoccupati per un piccolo fastidio, piuttosto che una reale sofferenza, facendo però un’autodiagnosi catastrofica e, una volta che il medico ha accertato la non gravità della situazione, il fastidio non lo si avverte più così la presenza del caporione riusciva a portare la serenità all’interno di tutti i gruppi di lavoro che continuavano successivamente a lavorare con più lena. Cresceva di giorno in giorno il senso di appartenenza al rione in un clima di solidarietà e amicizia.
La festa propiziatoria si svolse ancora una volta tra Via Lorenzo la Porta e Piazza del Moro. La cena fu consumata in piedi perché erano pochi i tavoli che il rione aveva a disposizione per far sedere tutti. Il fontanile del Moro fu pulito e ristrutturato e per l’occasione la fontana versò ... vino.
Tanto era l’entusiasmo della manifestazione che Andrea Giuliani, all’epoca in servizio militare, portò con sé due commilitoni Tarquini Romolo e Iurilli Sergio 247° Corso Aereonautica che si adoperano a preparare la cena.



Prima della sfilata, nel cortile della palestra della scuola fu offerto un pranzo di ringraziamento a tutte le sarte, preparato e servito dal settore della cucina e organizzativo.



Il giorno della disputa del Pallio il corteo rionale uscì dal convento. Quando sul portone apparvero i primi figuranti, furono accolti con un caloroso applauso. Nel momento in cui scesero dalle antiche scalinate laterali e si disposero all’interno del giardino a formare il corteo, con gli alfieri schierati ai lati e i tamburini che all’unisono percuotevano gli strumenti, sembrava effettivamente di rivivere, per un brevissimo tempo, quel seicento magico che il Pallio voleva rievocare.
Lungo tutta la Via D. Alighieri Marcello Campagna, all’epoca proprietario di un’azienda vivaistica, che aveva già “ dato un grande contributo per la festa rionale” (verbale direttivo 1 Giugno ’94) aveva provveduto a sistemare dei palmizi in Via Dante Alighieri. Le piante crearono un suggestivo effetto  scenografico durante la sfilata non solo di quella rionale, ma di tutto il corteo nel momento in cui sfilò in quella strada.
La gara fu vinta dal rione Jo Curso che si aggiudicò il Pallio dipinto dal maestro Riccardo Caporossi. Giacomo Benedetti contribuì alla diffusione dell’avvenimento, tramite stampa, con la pubblicazione di un articolo su un quotidiano territoriale.

                                                 

      




Si sviluppa sempre più il Pallio
Nel mese di Marzo, il comitato direttivo riunito per rinnovare le cariche rionali elegge di nuovo Benedetti Giacomo come caporione, Campanello Bruno segretario e Riccardo De Angelis, cassiere. Per la responsabile della sartoria si delibera che venga eletta dalle sarte che hanno lavorato alla confezione dei vestiti l’anno precedente. Viene riconfermata Angela Macali Carella. Si lavora nuovamente per settori.
“ Il 15 Luglio (G. Benedetti- Il Giornale del Lazio Sud) davanti al Notaio Salvatore Albano, è stato sottoscritto, dal Sindaco pro-tempore Quirino Briganti l’atto con cui è nata L’Associazione Culturale lepina “ Ente Pallio della Carriera” con sede in Carpineto Romano, Via G. Matteotti snc. E’ stato rispettato l’impegno assunto dall’Amministrazione comunale, dal gruppo ippico Capreo e i sette caporioni, di dare un riconoscimento giuridico al Pallio della Carriera... avrà delle positive conseguenze funzionali ed operative come quella di poter utilizzare il Codice fiscale, indispensabile per fare degli acquisti nei negozi all’ingrosso e poter rilasciare fattura per eventuali donazioni” (Giacomo Benedetti – Il Giornale del Lazio Sud.)
Si organizza intanto, come l’anno precedente, una lotteria rionale per recuperare le spese di gestione. Si decide inoltre di aprire la fraschetta per il mese di Agosto, cosa questa che comporta una maggiore organizzazione delle attività rionali. Si cercano innanzi tutto i locali idonei per essere adibiti a cucina e sala.  Viene individuato un posto macchina prospiciente i giardini di Piazza Camaiti. Dopo lunghe trattative per concordare le modalità dell’uso dei locali, si raggiunge un accordo tra il caporione come diretto responsabile del comitato direttivo e il proprietario del locale, Prof. Ettore Cappucci. Il gruppo organizzativo si mise subito all’opera per rendere il locale adatto alla funzione di hostaria o taverna, come si voglia chiamare.

        


         


Dopo un lungo lavoro di ripulitura delle pareti, la messa a punto dell’impiantito elettrico e la ristrutturazione della copertura, per assicurare il locale anche in caso di pioggia, si riuscì a ricavarne un angolo cottura, con pavimentazione rimovibile dove furono posti gli attrezzi per la cucina e il servizio e una sala interna con tavoli e panche incorporate per una sessantina di posti a sedere. I tavoli furono progettati da Sergio e realizzati da Sergio stesso con Bruno, Vincenzo ed Ercole. C’era all’interno del locale un piccolo soppalco con la base di pietre che non si poteva rimuovere. Si fece allora, di necessità virtù, destinando quello spazio utilizzandolo come palco per la mini orchestra dei fratelli Saccucci, con Ottorino al sassofono e Agostino alla fisarmonica. Come in ... un piano bar i fratelli Saccucci, gratuitamente, allietavano gli ospiti durante la cena con brani di musica leggera e folk. Le note del brano “ Stella d’argento “ annunciavano il momento della pausa e ... avvisavano il cuoco che era arrivato, per loro, il momento di mangiare.
 La cena della festa propiziatoria, con il locale ancora da ristrutturare, fu servita a Piazza Camaiti e la serata danzante proseguì al piazzale della fontana.



Dopo la festa rionale, conclusi i lavori di ristrutturazione, il rione era pronto per aprire la taverna. Per la gestione della cucina fu accettata la disponibilità di Giovanni de Angelis, che aveva fatto esperienza come cuoco nei ristoranti. Le spese ordinarie per la gestione della fraschetta furono fatte nei negozi presenti nel Rione (verbale rionale del 9 Agosto.)
Un nutrito numero di ragazzi si erano resi  disponibili per il servizio di sala e aiuto-cuochi, risultò molto utile per l’organizzazione complessiva della taverna. Visto il consistente numero di personale a disposizione, fu deliberato di accettare le prenotazioni per un doppio turno. Vario e di qualità il menù, ma non del tutto rispondente ad una cucina della nostra tradizione agropastorale.   
Il caporione, alla fine della serata, dopo il riordino dei locali pubblici, (Cosa che non poteva avvenire mai prima delle due di notte) era solito riunire tutti quelli che avevano lavorato, all’interno del locale per comunicare in tempo reale l’incasso del giorno, cosa questa che rendeva orgogliosi i gruppi di lavoro, che costatavano immediatamente l’efficacia della loro gratuita fatica e l’importanza dell’accoglienza nel servizio.  Nonostante la stanchezza si rimaneva ancora qualche ora a chiacchierare, a commentare a ridere e a scherzare.





Il Pallio, dipinto dal maestro Gianni Mastrantonio, che il rione vinse il giorno della gara, contribuì a rafforzare la soddisfazione e la consapevolezza che un rione unito e coeso, anche se piccolo, è in grado di raggiungere ottimi risultati con un’efficace organizzazione.



“L’immagine esterna del Rione, con l’apertura dell’hostaria si rivelò estremamente positiva".  Era apprezzato il clima di amicizia, e di collaborazione. Particolarmente lodevole la trasparenza del bilancio finanziario reso pubblico ed in tempo reale attraverso i dati complessivi delle entrate e delle uscite.
Si cercava intanto di sensibilizzare i giovani del rione a far parte dell’istituendo Gruppo degli Sbandieratori come suonatori di chiarine e di tamburi e sbandieratori.
Nel mese di Giugno 1996 fu costituita ufficialmente l’associazione “Rione Jo Moro “in base alla L.n° 398, del 16-12-1991.  Venne stipulata una scrittura privata per la Costituzione dell’Associazione senza fine di lucro per garantire il pieno rispetto della legge vigente in materia di organizzazione fiscale, contabile e legale. All’atto costitutivo si aggiunse lo Statuto dell’associazione. Negli anni successivi furono prese numerose altre iniziative.
Altre persone subentrarono, successivamente, alla gestione della cucina:
- Maria Luce e Rodolfo Valentini
- Marco Calvano e Mauro Castrucci
- Taggi Gigi  
Dopo Angela Macali, l’organizzazione della sartoria fu affidata, per qualche tempo a Sara Ricci e successivamente a Mercedes Raponi che la cura a tutt’oggi. Nel corso degli anni la sartoria con la guida di Mercedes ha realizzato per ben tre volte i costumi di Donna Olimpia e del Principe Aldobrandini.
Giacomo Benedetti fu rieletto caporione fino al momento della nomina a Presidente dell’Ente Pallio. Al suo posto subentrò Bruno Campanello, tuttora caporione.
Ma queste sono altre storie......da raccontare.


 
 
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